Elezioni 25 settembre 2022: un nuovo panorama politico


Il dato più significativo per l’analisi del risultato elettorale è quello dell’affluenza. Mai nella storia della Repubblica si è registrato un dato tanto basso: solamente il 63.91% degli elettori si è recato alle urne, un calo importante rispetto al 72.94% dell’affluenza ai seggi del 2018. Tale dato, purtroppo, non sorprende. Infatti, si conferma il trend negativo dell’affluenza registrato in Italia nelle elezioni politiche dal 1979 ad oggi.

Gli elettori che si sono recati alle urne, comunque, hanno premiato il Centrodestra. I risultati del voto del 25 settembre assegnano una vittoria netta alla coalizione di Meloni, Salvini, Berlusconi e Lupi. Viene premiato in particolare Fratelli d’Italia, che ha ottenuto un solido 26% sia al Senato che alla Camera; una percentuale che, se sommata ai numeri ottenuti dagli alleati di coalizione (8,77% Lega e 8,11% Forza Italia), permette al centrodestra di ottenere la maggioranza assoluta in entrambe le camere del Parlamento. La “quarta gamba” della coalizione, ossia Noi Moderati, non supera l’1% e quindi la soglia di sbarramento fissata dalla legge elettorale Rosatellum.

Anche al Senato la coalizione di centrodestra è riuscita a raggiungere una chiara maggioranza ottenendo il 44,12% delle preferenze che si traduce in un numero di seggi conquistati pari a 112 su 200. Mentre alla Camera con il 43,90% ottiene 235 seggi su 400. Questi numeri, tuttavia, sono ben al di sotto della soglia dei 2/3 dei seggi necessari per le riforme costituzionali. Qualsiasi modifica alla Costituzione proposta dal Centrodestra, quindi, dovrà probabilmente passare per il vaglio referendario della popolazione.

Il Centrosinistra si ferma invece al 26,25% di consensi al Senato e al 26,48% alla Camera con un distacco di quasi 18 punti percentuali dalla coalizione di centrodestra. Il Partito Democratico ottiene il 19% in linea con il risultato del 2018 ma con una differenza di circo 800.000 voti.

All’interno della coalizione, Sinistra Italiana e Verdi ha ottenuto un buon risultato superando la soglia di sbarramento, mentre non supera il 3% su base nazionale +Europa pur prevalendo in due seggi uninominali. Sconfitta più netta per Impegno Civico che si ferma allo 0,6%, salvo solo Bruno Tabacci grazie alla vittoria l’uninominale. Complessivamente la coalizione di centrosinistra ottiene rispettivamente 39 seggi al Senato e 80 seggi alla Camera dei Deputati.

Il Movimento 5 Stelle dopo il risultato storico raggiunto nel 2018 con il 32,68%, si ferma al 15,5% con risultati molto più alti al Sud dove ha ritrovato parte del suo elettorato. Con il 15,29% al Senato e il 15,05% alla Camera, ottiene rispettivamente 28 seggi al Senato e 51 seggi alla Camera dei Deputati.

Il Terzo Polo ottiene poco meno dell’8%, al di sotto delle aspettative del leader Calenda, ma si posiziona molto vicino a Forza Italia. Ottiene 9 seggi al Senato e 21 alla Camera dei Deputati.

Il nuovo, probabile, governo a guida Meloni dovrà affrontare importanti sfide all’indomani dell’ufficialità, dal rispetto delle ferree tempistiche di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza del Paese alla gestione dei problemi di approvvigionamento e dei costi dell’energia, dal peso del debito, vulnerabile alla crescita negativa, ai costi di finanziamento e all’andamento dell’inflazione. Inoltre, secondo l’ufficio studi della Cgia, il governo dovrà trovare entro il prossimo 31 dicembre almeno 40 miliardi di euro; di cui 5 miliardi per estendere anche al mese di dicembre gli effetti contro il caro energia introdotti la settimana scorsa con il decreto Aiuti ter e altri 35 miliardi per consentire, attraverso la prossima legge di bilancio, che alcuni provvedimenti introdotti dal Governo Draghi non decadano con l’avvio del nuovo anno. Queste urgenze molto probabilmente ritarderanno, almeno nei primi 100 giorni, le promesse elettorali annunciate in questi ultimi due mesi; come, ad esempio, la drastica riduzione delle tasse, la riforma delle pensioni, il taglio del cuneo fiscale.




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