La Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF) rappresenta uno dei documenti più attesi e discussi nell’ambito dell’economia italiana. Con il suo rilascio, vengono delineate le prospettive finanziarie e le politiche economiche del paese per il triennio 2024-2026. In questo articolo, esamineremo in dettaglio le previsioni e le politiche economiche contenute nella NADEF, evidenziando le sfide e le opportunità che attendono l’Italia in questo periodo cruciale.

Contesto

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF). Questo documento rivela le nuove previsioni economiche per il triennio 2024-2026, che arrivano in un momento cruciale per l’Italia ed l’Europa, caratterizzato da una politica monetaria restrittiva della BCE e tensioni legate al contesto internazionale.

L’Italia si trova di fronte a un ambizioso programma di riforme e investimenti mirati a modernizzare la finanza pubblica, sostenere le imprese e promuovere la sostenibilità ambientale ed energetica. Il governo italiano sta lavorando per affrontare queste sfide e garantire una crescita sostenibile nel contesto delle raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea e del PNRR. Il successo di queste iniziative sarà cruciale per il futuro del Paese.

Una delle sfide più urgenti è l’indebitamento pubblico elevato. Alla fine del 2022, il rapporto debito/PIL era al 141,7%, un livello preoccupante che richiede azioni concrete. La NADEF stabilisce l’obiettivo di ridurre gradualmente questo rapporto, ma la strada sarà tutt’altro che facile. Sarà necessario un bilancio responsabile e investimenti strategici per ottenere risultati concreti. 

Quadro di finanza pubblicati

In un recente aggiornamento delle previsioni economiche, l’Istat ha rivisto al rialzo il PIL nominale dell’Italia per il 2021 e il 2022, confermando una tendenza al ribasso del rapporto deficit/PIL, che è sceso dall’8,8% nel 2021 all’8,0% nel 2022. Questo miglioramento è stato attribuito alla ripresa economica, che ha aumentato il gettito fiscale e alla moderazione della spesa primaria.

Gli investimenti pubblici sono rimasti stabili rispetto all’anno precedente, collocandosi al 2,7% del PIL, mentre i contributi agli investimenti sono aumentati a causa di agevolazioni fiscali e contabili. La pressione fiscale è prevista scendere al 42,5% nel 2023 e continuare a calare gradualmente fino al 41,8% nel 2026.

L’inflazione continua a condizionare la spesa pubblica, ma si prevede un rallentamento della crescita dei prezzi a partire dal 2024. Tuttavia, a partire dallo stesso anno, le misure temporanee legate all’energia e agli effetti della pandemia saranno ridotte, contribuendo a contenere l’aumento della spesa pubblica. Questo porterà a una diminuzione graduale della spesa primaria rispetto al PIL, passando dal 2,6% nel 2023 all’1,1% nel 2026.

In linea con le direttive europee, l’Italia si impegna a mantenere il limite massimo di crescita della spesa primaria netta al 1,3% nel 2024, con l’obiettivo di migliorare il bilancio strutturale di 0,7 punti percentuali del PIL. Questo adeguamento è necessario per garantire la sostenibilità del debito pubblico e ricondurre l’indebitamento netto al di sotto del 3% del PIL, conforme agli standard europei.

Le stime più recenti indicano una riduzione del rapporto debito/PIL negli ultimi due anni, con una previsione di un ulteriore calo nei prossimi anni. Tuttavia, diversi fattori, tra cui incertezze internazionali, inflazione in discesa e tassi di interesse più elevati, influenzeranno la velocità di questa discesa.

Infine, la Commissione Europea sta attuando una riforma della governance economica europea, che richiederà agli Stati membri di presentare piani nazionali per la riduzione del debito in base ai loro livelli di indebitamento netto e debito pubblico. La riforma mira anche a sostenere gli investimenti pubblici, in particolare quelli legati alla transizione verde e digitale.

Punti chiave e sfide

Riforme prudenti e sostenibili

Uno dei principali obiettivi del governo italiano è quello di perseguire una politica di rilancio prudente e di supporto alla crescita sostenibile. Ciò significa bilanciare con attenzione il sostegno all’economia a breve termine con la necessità di contenere il deficit e il rapporto debito/PIL nel medio termine. Il recente peggioramento delle prospettive di bilancio, dovuto alla crisi energetica e all’aggiornamento in rialzo dei crediti d’imposta dei bonus edilizi, ha reso questa sfida ancora più complessa.

Il Consiglio dell’Unione Europea ha raccomandato all’Italia di completare l’eliminazione di tali misure nel 2023 o al più tardi nel 2024. Per farlo, il governo italiano ha definito obiettivi di risparmio di spesa per le amministrazioni centrali del bilancio dello Stato per il triennio 2024-2026, che si aggiungono a quelli già definiti nel DEF 2022. Questi obiettivi sono parte integrante della strategia di bilancio e aiutano a garantire la sostenibilità finanziaria nel medio termine.

Inoltre, la revisione del sistema fiscale è una delle riforme chiave. La legge delega di riforma fiscale, approvata nel 2023, mira a stimolare la crescita economica e la natalità, semplificare il sistema tributario e contrastare l’evasione fiscale. La riduzione graduale dell’IRPEF per le persone fisiche e l’IRAP per le imprese sono tra le misure principali, volte a ridurre il carico fiscale sul lavoro e promuovere l’equità orizzontale.

Investimenti per la transizione energetica

La transizione energetica è una priorità fondamentale per l’Italia, soprattutto alla luce del Piano REPowerEU. Questo piano permette agli Stati membri di inserire riforme e investimenti per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi e promuovere fonti energetiche sostenibili e la diversificazione dell’approvvigionamento energetico.

In particolare, il governo italiano ha suddiviso le proposte di investimento e riforme nel contesto del REPowerEU in tre capitoli tematici:

Potenziamento delle linee di trasmissione e interconnessione elettrica transfrontaliera: questo include investimenti per migliorare la rete elettrica e l’interconnessione tra l’Italia e i Paesi confinanti, con un focus sulla resilienza climatica delle reti.

Transizione verde ed efficientamento energetico: questo capitolo promuove investimenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per l’efficienza energetica delle imprese attraverso crediti d’imposta, contributi a fondo perduto e prestiti agevolati.

Filiere industriali strategiche: gli investimenti in questo settore supportano la transizione ecologica e l’approvvigionamento sostenibile delle materie prime critiche.

Trasformazione digitale e investimenti in innovazione

La trasformazione digitale è un’altra area cruciale in cui l’Italia sta investendo pesantemente. Il paese ha migliorato significativamente i suoi punteggi nell’Indice DESI negli ultimi cinque anni, grazie a investimenti mirati e all’attenzione crescente alla politica digitale.

L’Italia ha destinato una parte significativa delle risorse del PNRR per sostenere riforme e investimenti innovativi nel settore digitale. Questi investimenti comprendono il passaggio al cloud e l’interoperabilità della pubblica amministrazione, il potenziamento della connettività e i finanziamenti per progetti di interesse comune europeo nell’ambito della microelettronica e dei servizi cloud di prossima generazione.

Coordinamento tra PNRR e politica di coesione

L’Italia sta lavorando per una piena integrazione tra i fondi della politica di coesione europei e nazionali e il PNRR. La recente riforma ha accentrato la governance di entrambi gli strumenti e ha rafforzato il coordinamento con Regioni e Ministeri.

Gli Accordi per la coesione con le Regioni e i Ministeri consentiranno di identificare progetti specifici per lo sviluppo infrastrutturale ed economico dei territori, combinando diverse fonti di finanziamento.

Inoltre, è prevista la costituzione di un Tavolo tecnico per verificare le complementarità e sinergie tra i programmi d’investimento.

Promuovere la sostenibilità ambientale

La sostenibilità ambientale è una delle principali preoccupazioni dell’Italia, e la terza Raccomandazione del Consiglio si concentra su questo aspetto. Per rispondere a questa sfida, è stato proposto l’inserimento di un capitolo REPowerEU nel PNRR.

Questo capitolo amplifica la portata innovativa del PNRR nel campo dell’energia, della transizione verde e della sostenibilità. Include investimenti per potenziare le linee di trasmissione, promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili e sostenere filiere industriali strategiche per l’approvvigionamento sostenibile di materie prime critiche.

Inoltre, sono previste riforme volte a ridurre i costi di connessione degli impianti per la produzione di biometano e a mitigare il rischio finanziario associato ai contratti Power Purchase Agreements da fonti rinnovabili.




Lascia un commento