- 5 Novembre 2021
- Posted by: Benedetta Mangione
- Categories: Economia, Politica
Il summit del G20 tenuto per la prima volta in Italia a Roma, il 30 e 31 ottobre scorso, è stato un evento tanto atteso quanto importante che ha toccato i temi di attualità più urgenti e rilevanti per gli equilibri e lo sviluppo a livello mondiale. I leader si sono riuniti nella capitale, sotto la presidenza del premier italiano Draghi, per due intense giornate fitte di confronti.
Sono tre le parole chiave che hanno caratterizzato il vertice: People, Planet and Prosperity. Le “tre P” hanno raccolto tutti i temi principali. Il primo punto ha riguardato la pandemia di Covid19, con la conseguente crisi economica globale e la campagna vaccinale; fino ad arrivare alla disuguaglianza sociale e la disparità di opportunità delle categorie più penalizzate, tra cui donne, giovani e fasce deboli. Il secondo punto è stato relativo al grave problema dell’emergenza climatica; in prossimità della Cop26 di Glasgow (attualmente in corso), si è discusso delle politiche sul taglio delle emissioni, contenimento del riscaldamento globale e transizione ecologica, con aiuti destinati ai Paesi in difficoltà non in grado di gestire l’emergenza. Infine il terzo punto si è focalizzato sulla crisi economica: l’attuazione di politiche nuove e provvedimenti per incentivare investimenti, con l’obiettivo di aiutare tutti i paesi ad allinearsi nella ripresa economica. Il confronto dei leader ha incluso anche un argomento altrettanto urgente, oggetto del vertice straordinario richiesto dall’Italia il 12 ottobre scorso: la crisi in Afghanistan e la necessita di intervento per fornire aiuti umanitari, contrastare il terrorismo e ricostruire le istituzioni locali.
Al termine dei lavori del G20, tutti i risultati ottenuti sono stati presentati dal premier Draghi e poi raccolti nella Dichiarazione finale firmata dai leader. L’impegno preso con consapevolezza da tutti i Paesi, prevede azioni immediate e con scadenza a medio termine. Sono state gettate le basi per una ripresa economica globale più equa, è stato riformato il sistema di tassazione internazionale nel rispetto del pagamento delle quote da parte delle società ed è stato previsto un fondo da 650 mld a favore dei Paesi in difficoltà e più vulnerabili. Per fronteggiare la ripresa dall’epidemia di Covid19, sono state pianificate azioni per la somministrazione di vaccini nei Paesi poveri del mondo, stringendo i legami tra finanza e sanità per prevenire anche eventuali epidemie future. Si è raggiunto un accordo che ha consentito di prendere la leadership dell’assistenza nei confronti dell’Afghanistan e l’Unione europea ha promesso la donazione di 1 mld per affrontare la crisi umanitaria. Sul divisivo e urgente tema del clima i Paesi del G20 si sono confrontati a lungo, con numerose difficoltà. Il dibattito si è concluso con l’impegno comune e concreto ad attuare politiche per la salvaguardia del pianeta, con l’obiettivo di contenere il riscaldamento climatico entro 1,5 gradi, azzerare le emissioni entro il 2030 e raggiungere gli obiettivi definitivi entro la metà del secolo. Le azioni vedranno il supporto finanziario di investitori pubblici e privati e un investimento italiano dedicato all’ambiente di 1,4 mld annui per i prossimi 5 anni.
Il premier Draghi ha concluso la conferenza con parole di soddisfazione per gli accordi siglati tra tutti i paesi, sottolineando la difficoltà degli obiettivi e l’impegno collettivo imprescindibile per raggiungerli e costruire un futuro migliore.
Il delicato tema del clima, aperto al tavolo dei leader del G20, è tutt’ora in corso alla Cop26, la XXVI Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che quest’anno è ospitata dal Regno Unito a Glasgow, sotto la presidenza britannica e con il contributo dell’Italia. In questi giorni tutti i Paesi del mondo sono riuniti per il raggiungimento di accordi e compressi su azioni concrete per contrastare l’emergenza climatica.