- 12 Ottobre 2021
- Posted by: Benedetta Mangione
- Categoria: Politica
Digitale sì, digitale no? Un quesito attuale sul quale la politica si sta interrogando e confrontando da settimane. Il digitale è entrato a far parte del quotidiano del singolo individuo e i tempi moderni impongono necessariamente un cambiamento e adattamento alla digitalizzazione e alla tecnologia. Ogni settore sta investendo su nuove modalità di approccio alla società. Il mondo analogico sembra appartenere ad un’epoca passata. Tale premessa introduce un tema importante: la digitalizzazione della politica. Argomento discusso proprio in queste ultime settimane con l’introduzione rivoluzionaria della firma online per i referendum.
Consenso Europa è stato promotore di un evento digital dal titolo “Mettici una firma. Online!”, proprio dedicato a questo tema. Dal dibattito tra i vari relatori, sono emersi numerosi spunti e considerazioni importanti riguardo all’approccio alle nuove tecnologie e a come metterle a disposizione della politica e dei cittadini, in una nuova interazione.
La politica, dalle sue origini, ha creato solide radici ben piantate nella società, con regolamentazioni e procedure difficili da modificare. Il banchetto con carta e penna però, sembra sempre più superato. La firma online tramite Spid, il voto elettronico, le campagne social, sono alcuni chiari esempi della direzione verso la quale si sta procedendo anche all’interno del settore politico. Il dato che ha generato la discussione, è stato il sorprendente coinvolgimento popolare all’iniziativa proposta. Dal via alla firma online, il referendum sull’eutanasia ha ottenuto un’adesione di circa 1,2 milioni di firme, stando alle parole dei promotori, una partecipazione senza precedenti.
La modalità digitale ha la prerogativa, infatti, di coinvolgere target differenti e raggiungere una maggiore porzione di popolazione, in maniera trasversale. Il Digital debate tenuto sul tema, ha fatto emergere questo aspetto. Le visioni all’interno del contesto politico sono diverse. Se da un lato c’è una forte spinta all’introduzione di procedure innovative, dall’altro c’è ancora una piccola parte più conservativa, legata a strumenti tradizionali.
Il dibattito attuale tra le personalità politiche, riguarda non solo le nuove modalità ma anche il rischio che le iniziative referendarie possano sminuire il potere parlamentare. Non solo, un altro istituto delle democrazia diretta, come la proposta di legge di iniziativa popolare potrebbe rivelarsi, con la firma digitale, strumento inedito anche se considerato da alcuni come un’arma “scarica”. Il parlamento, infatti, in particolare su ciò che concerne le iniziative legislative popolari, gode di tutti gli strumenti per decretare l’approvazione o meno di determinate proposte. Un secondo punto rilevante è legato alla questione di privacy, sicurezza e segretezza attraverso l’uso dei dispositivi. Ma la tecnologia non deve spaventare, bensì essere colta come una opportunità di far avanzare il sistema di partecipazione.
Attualmente il confronto sull’argomento è ancora aperto ma, dati alla mano, appare evidente la necessità della politica di entrare attivamente nella dinamica sociale, attraverso la digitalizzazione di procedure e strumenti che agevolino la partecipazione del singolo cittadino.