I CREDITI DETERIORATI SONO UN PROBLEMA PER LE PMI


L’ammontare dei debiti che le banche non riescono a recuperare pesa in modo determinante sull’accesso al credito delle imprese. In che modo intervenire per risolvere il problema?

In Italia lo stock complessivo di crediti deteriorati, e cioè di tutte quelle posizioni di credito che i debitori non riescono più a restituire, ha raggiunto nel 2020 i 340 miliardi di euro, cifra che potrebbe salire ancora e nel 2022 toccare il record storico di 441 miliardi. Un problema che grava sul sistema del credito e per il quale è stata presentata al Senato un Disegno di Legge a prima firma del Senatore Gianni Pittella, che ne ha parlato nel corso del Digital Debate dal titolo “Transazione agevolata per i crediti in sofferenza – Un provvedimento per sostenere le PMI” organizzato da Consenso Europa, moderato dal giornalista dell’Huffington Post Giuseppe Colombo, e cui hanno preso parte l’Avvocato e fondatore di MLS Business Partner Dino Crivellari e l’Avvocato e fondatore dello studio legale Di Pardo Salvatore Di Pardo.

Pittella: Un danno per i debitori, le banche e le imprese che non ricevono credito. Con la nostra proposta di legge introduciamo una soluzione di buon senso

“La soluzione immaginata dal sistema bancario, trasferire cioè la titolarità dei crediti deteriorati ai fondi di investimento, non ha funzionato. I cosiddetti Non Performing Loeans (NPL) rappresentano un danno per i debitori, per le banche e per le imprese che non ricevono credito”, sostiene il Senatore Pittella. “Con la nostra proposta immaginiamo una soluzione diversa, che preveda la possibilità, riconosciuta al debitore, di concordare con l’intermediario finanziario verso cui ha un debito in sofferenza una transazione stragiudiziale per la restituzione a saldo e stralcio di quanto dovuto, versando un importo non inferiore al valore netto di bilancio della propria esposizione.” 

“La norma” – ha proseguito il Senatore – “prevede inoltre la possibilità per il debitore di sdebitarsi pagando il medesimo prezzo concordato dal creditore. E’ una scelta di buon senso che andrebbe a dare una boccata di ossigeno a 11 milioni di soggetti tra imprese e privati. Le associazioni di categoria dovrebbero sostenerla facendone un tema centrale.”

Di Pardo: La situzione è gravissima. A rischio 60/80 mila imprese

“Un quarto danneggiato” ha affermato poi Dino Crivellari “è l’erario italiano: quando le banche cedono a sconto i crediti registrano perdite che non vengono recuperate perché le plusvalenze non sono tassate, visto che le sedi sono tutte all’estero. Un’operazione ingiusta sotto il profilo morale e fiscale, che va in detrimento delle finanze dello Stato, e  a favore solo di chi compra il credito.” E sul tema del blocco dei licenziamenti, Crivellari sottolinea come il problema della maggior parte delle imprese sia la loro debolezza finanziaria, “ se invece di sostenerle gli imponiamo il blocco vanno giù a picco, non vengono messe nella situazione ottimale per ripartire. Cerchiamo di risolvere i problemi mettendo in condizione il debitore di pagare il credito più di quanto il cessatore possa pagarlo alla banca.” 

Per Salvatore Di Pardo “la situazione è gravissima, riguarda 60/80 mila imprese. Il piano d’azione europeo per i crediti deteriorati ha aspetti positivi, ma non si pone il problema di come centinaia di migliaia di clienti “buoni” possano così diventare “cattivi clienti” e rischino di fallire. Con la proposta di legge del Senatore Pittella si considera l’interesse delle banche, delle imprese e dei consumatori. Si tratta di un provvedimento eccezionale adottato in una situazione eccezionale, un intervento in linea con i principi della Costituzione e del nostro ordinamento. Così, a fronte di una situazione straordinaria ci sarà un obbligo di negoziazione dei contratti squilibrati. Da ragionare, invece, sulla cessione parziale del credito, poiché si può prestare a soluzioni elusive da parte degli istituti di credito.”

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